Materiali ecologici: Italia virtuosa ma resta tanto da fare

Pubblicato su Interprogetti Editori – La Plastica Oggi e Domani (https://interprogettied.com/laplastica/) – Autore: Eva De Vecchis

La domanda di materiali ecologici da parte degli utilizzatori di materie plastiche è in costante crescita e l’Italia si sta attrezzando per rispondere a questa e altre sfide attraverso iniziative, incontri e studi che puntano a rendere il settore plastico ancora più competitivo. Esempio di questa spinta in avanti è la prima Assemblea dei Soci della Federazione Confindustria Macchine: il nuovo soggetto di Confindustria nato su iniziativa dei presidenti di quattro associazioni confindustriali di rilievo – ACIMAC, ACIMALL, AMAPLAST e UCIMA – che rappresentano comparti chiave del made in Italy: ceramica, legno, plastica e gomma, imballaggio e confezionamento. Si tratta di eccellenze italiane che meritano tutela e supporto per affrontare ostacoli e possibilità di un’economia sempre più orientata alla sostenibilità.

Anche sul piano sociale si registrano segnali di cambiamento. L’associazione Women in Plastics continua a crescere con l’obiettivo di scuotere un settore ancora distante da una reale parità di genere. “Manca una buona distribuzione dei ruoli per genere, mancano talenti e mancano competenze”, osserva Miriam Olivi, prima Presidente dell’associazione. “Gli stessi stereotipi culturali sono quelli che condizionano i percorsi e le ascese, che inficiano sugli equilibri tra vita professionale e attività di cura, che rallentano il processo verso la parità di genere: nello scenario globale, il nostro Paese perde posizioni, a riprova della lentezza e della scarsa efficacia delle nostre politiche governative ed economiche”.

E sul fronte ambientale? La situazione è fatta di luci e ombre, come evidenziato dallo studio condotto dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Informatica dell’Università di Roma Tor Vergata, guidato dal professor Francesco Lombardi. L’indagine ha analizzato le modalità di gestione delle bioplastiche compostabili nel trattamento dei rifiuti organici. L’Italia è tra i Paesi europei più virtuosi nella raccolta differenziata dell’umido, ma restano due criticità da affrontare: la presenza eccessiva di materiali non compostabili nella frazione organica e un sistema impiantistico ancora non all’altezza delle esigenze attuali.

Lo studio suggerisce alcune azioni prioritarie: ridurre i materiali estranei nella raccolta dell’umido; attivare campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte ai cittadini; introdurre sistemi di etichettatura chiari per i rifiuti compostabili; applicare tariffe di trattamento variabili in base alla qualità della FORSU; e infine, migliorare l’efficienza dei processi di separazione all’interno degli impianti.

Queste misure, pur focalizzate sulla gestione dell’umido, possono e devono estendersi a tutto il sistema del riciclo. Se la domanda di materiali ecologici è destinata a crescere, anche l’Italia deve adeguarsi. I segnali sono incoraggianti, ma per rafforzare questa traiettoria servono azioni quotidiane, comunicazione strategica, impianti efficienti e cittadini consapevoli. Solo così il nostro Paese potrà rispondere concretamente alla sfida della sostenibilità, creando radici solide per un futuro oltre l’emergenza.