Plastica in trasformazione: tra mercato e sostenibilità

L’industria italiana della plastica è in piena riconfigurazione, spinta da nuove regole europee, innovazione tecnologica e pressione competitiva globale.

REDATTO DA RECOVER MAGAZINE https://www.recoverweb.it/

Due studi recenti – “L’industria della plastica” di The European House Ambrosetti e il Report 2024 di Assorimap – raccontano un comparto cruciale per l’economia nazionale: oltre 12 miliardi di euro di valore aggiunto, 5.000 imprese e 150.000 addetti, ma anche fortemente esposto alle oscillazioni dei mercati e alla transizione verso modelli circolari.

Un settore che cambia pelle

Secondo Ambrosetti, l’Italia resta il secondo produttore europeo di materie plastiche trasformate, ma deve accelerare su tre fronti:

  • riconversione tecnologica e digitalizzazione delle linee produttive;
  • integrazione delle filiere di raccolta e riciclo, per migliorare la qualità dei materiali;
  • armonizzazione normativa e fiscale tra Paesi UE, per evitare concorrenza sleale e importazioni di falsi riciclati.

Il polso del riciclo meccanico

Il Report Assorimap 2024 censisce 77 aziende e 86 impianti attivi nel riciclo meccanico post-consumo.
Nel 2024 la produzione nazionale ha raggiunto 833.000 tonnellate di granuli e scaglie, in crescita del 3,2% sul 2023, per un fatturato di circa 690 milioni di euro.
I polietileni restano i più trattati (40%), seguiti da PET (25%) e polipropilene (12%).
L’imballaggio assorbe il 43% dei volumi, ma le quotazioni dei riciclati restano deboli per la pressione dei materiali vergini e dei prodotti extra-UE a basso costo.

PET e HDPE, i materiali chiave

Il PET riciclato (R-PET) cresce del 17%, superando le 230.000 tonnellate grazie agli obblighi europei che impongono il 25% di contenuto riciclato nelle bottiglie entro il 2025. L’Italia si conferma tra i leader europei nel bottle-to-bottle.
Più complessa la situazione dell’R-HDPE, stabile nei volumi ma in calo di fatturato (-7,9%), con sbocchi in flaconi, taniche e tubazioni.

Tra competitività e tracciabilità

L’industria del riciclo è oggi a un bivio: deve coniugare sostenibilità e redditività in un contesto globale che spesso premia il prezzo più basso.
Le priorità individuate dagli esperti sono la tracciabilità dei materiali, la certificazione europea dei riciclati e la creazione di poli industriali integrati per la rigenerazione.

Il futuro della plastica si giocherà sulla capacità di trasformare lo scarto in risorsa e di rendere la circolarità un valore economico, oltre che ambientale.